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GROSSOLANO MA PUO TRARRE IN INGANNO…

dai cataloghi sappiamo che essi sono monocromi in rotocalco. Quindi, partiamo dal presupposto che il rotocalco si riconosce dalla tipica forma dei puntini della retinatura che generalmente hanno la medesima grandezza però con tonalità differenti. Ebbene confrontando il disegno degli esemplari postati da riparatore si nota subito l’assenza dei puntini della retinatura che invece sono visibili negli esemplari della serie postata da Mario Merone. Già solo questa condizione, prima non potuta affrontare per la scarsa qualità delle immagini, da conferma che siamo di fronte a dei falsi grossolani. 

 Pertanto, deduciamo che la stampa in rotocalco è verificabile mediante l’utilizzo di una buona lente d’ingrandimento (o microscopio) e se capita che un perito definisce autentici quegli esemplari postati da riparatore , significa che non li ha guardati, altrimenti secondo me non deve perdere tempo ed allontanarsi immediatamente dalla filatelia perché sarebbe un pericolo troppo grande per essa. Ma non è sempre semplice, come in questo caso, riconoscere un falso rotocalco, in quanto le tecniche di falsificazione sono sempre più avanzate.

Adesso cerchiamo di capire, se dalla sola immagine è possibile, riconoscere la tecnica utilizzata per realizzare questi esemplari falsi. I francobolli postati da riparatore evidenziando dell’agglomerazione del toner che ha generato ammassi, da cui è scaturita la perdita di dettagli del disegno e scadimento tonale. La retinatura è assente. Pertanto, ritengo che si tratta di una riproduzione xerografica con l'utilizzo di toner solidi. 

Si tratta di un falso facile da riconoscere per qualsiasi perito, motivo per il quale sono convinto che non sono autentiche nemmeno le firme di Enzo Diena e Raybaudi, due Grandi della filatelia” . 
 
Ringrazio di cuore a nome di tutti i soci "Pasfil" sicuro che ci gioveremo ancora dei suoi esaustivi interventi

Criscuolo

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