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Rubrica di FALSI, TRUCCHI, MANIPOLAZIONI Etc. segnalati da soci di provata esperienza che assumono la responsabilità di quanto pubblicamente asserito.
Le comunicazioni non vogliono essere in nessun modo un’ accusa ai venditori che, in buona fede, sono convinti della genuinità dei lotti offerti. L’ avviso ai soci internauti ha lo scopo di evitare contestazioni quasi sempre spiacevoli anche quando il cedente dichiara di accettare la restitituzione degli oggetti non conformi alla descrizione perché dimostrare (con idonea certificazione negativa) da parte dell’ acquirente la difformità può avere un costo anche non modesto. Dunque valutiamo per tempo e con attenzione.
Personalmente in caso d’ incertezza chiedo al venditore prima dell’ offerta di effettuare, in caso di positiva aggiudicazione, con spese a mio carico la perizia indicando l’ esperto di mia fiducia. Non sempre il venditore aderisce alla richiesta ma preferisco perdere un’ occasione e non rimetterci il fegato per le spiacevoli diatribe che potrebbero sorgere.
IL RITORNO DI PATACCA...
non di Meo, la famosa maschera romanesca, bensì di una vera (!) patacca. Ed è ancora il nostro esperto Ing. M. Merone ad informarci di una segnalazione pervenutagli di una lettera dopo anni ripresentata,
munita di certificato Bottacchi, in asta con base di diecimila euro. Ad onore del vero occorre riconoscere la correttezza della prestigiosa Casa d’ Aste DEL RE che, a seguito della segnalazione, ha proceduto all’ immediato ritiro del lotto. Errore madornale da parte di un perito di lunga militanza e grande esperienza ? Certificato falso ? Non saprei mentre sono più che certo che prima o poi, in asta o più probabilmente a trattativa privata, l’ oggetto finirà in qualche importante collezione. E chissà che l’ attuale possessore o il prossimo non riesca ad aggiungere un secondo certificato (la firma Bottacchi potrebbe rappresentare per altro perito di oggi o di domani un viatico non secondario) trasformando così l’ originaria patacca in un pezzo prestigioso. Purtroppo il tempo gioca a sfavore e tra venti anni chi ricorderà l’ avvenimento di cui stiamo parlando ? Occorrerebbe che gli oggetti collezionistici se dichiarati, da apposita commissione peritale, falsi, truccati o comunque artefatti dovrebbero essere distrutti. Il nostro perito ci rammenta che la lettera in questione fu gia bocciata nel 1990 dal grande maestro G. CHIAVARELLO, ora nel paradiso dei collezionisti a sorridere di questo avvenimento con i Diena, G. Oliva, L. Raybaudi.
Comunque, cari amici, prendete nota
rammentando che non solo gli oggetti di alto valore mercantile sono oggetto di attenzione da parte dei falsari, anzi sono in massima parte quelli di valore medio e medio-alto a beneficiare di manipolazioni spesso eseguite con perizia tale da sfuggire all’ occhio non allenato. Per ora provate a notare le differenze dell’ annullo, riprodotto mediante procedimento zincografico, sull’ affrancatura napoletana con l’ originale propostoci dal nostro esperto.. criscuolo
Per una corretta informazione comunico che ho appena saputo da fonte certa che il perito G. Bottacchi prendendo atto dell' errore provvederà al ritiro e alla distruzione del certificato per cui i timori ipotizzati in relazione all' esistenza del documento in questione hanno trovato piena soluzione. Purtroppo in mancanza di idonea legislazione non è possibile procedere, se non con l' autorizzazione del propietario, alla distruzione dell' oggetto e dunque possibile che torni in circolazione. A T T E N Z I O N E.
GROSSOLANO MA PUO TRARRE IN INGANNO…
Il nostro perito Ing. M. Merone ci riporta ad una patacca pubblicata con una particolareggiata analisi a supporto della conclusione di falsità da parte di un associato (pseudonimo pasfil) al forum del prestigioso sito Filatelia e Francobolli.
Sebbene di esecuzione grossolana questi falsi costituiscono per la filigrana, gomma e firme peritali una trappola abbastanza insidiosa per il collezionista non esperto di metodologie di stampa e non disponente degli originali, come quelli messi a disposizione del nostro esperto, per il confronto. La serie non emessa 1941 Africa Orientale Italiana (Sassone 41/4) ha una quotazione di 19.000 euro per cui se offerta in convegno commerciale a mille euro potrebbe anche trovare un acquirente in cerca di “affari”. In ogni caso memorizzate potendosi trovare in circolazione esemplari della stessa produzione le caratteristiche riportate nell’ analisi dell’ estensore cui passo la parola la parola:
“Per quanto riguarda la serie dei non emessi del 1941 A.O.I., ...
continua
IN GIRO SU EBAY…. ATTENZIONE
E’ ancora il nostro esperto Ing. M. Merone a metterci in guardia sul lotto PONTIFICIO c. 3 grigio (Sassone 15) descritto in dettaglio “70% GOMMA, CORTO E PIEGHE IN BASSO A DESTRA, (DIFETTO DI STEREOTIPO, CLICHE’ ROTTO SOTTO LA “E” DI TRE) BELL’ INSIEME, MOLTO RARO NUOVO!” dichiarandolo manifestamente FALSO.
Le comunicazioni di falsi, trucchi, manipolazioni, etc. non vogliono essere in nessun modo un’ accusa ai venditori che, in buona fede, sono convinti della genuinità dei lotti offerti. L’ avviso ai soci internauti ha lo scopo di evitare contestazioni quasi sempre spiacevoli anche quando il cedente dichiara di accettare la restitituzione degli oggetti non conformi alla descrizione perché dimostrare (con idonea certificazione) la difformità può avere un costo anche non modesto.
Criscuolo
SU DELCAMPE TRAPPOLA IN VISTA….
Ho appena ricevuto la comunicazione dal nostro esperto Ing. M. Merone di ritorno da un giro sull’ interessante sito DELCAMPE dove ha individuato un c. 5 nero della 1^ emissione di Sardegna descritto come Bel francobollo, ottimamente marginato, firmato sul retro da A.Diena (lotto n. 187415564).
SI TRATTA DI F A L S O
Il prezzo richiesto di E. 140,00 a fronte di E. 4000,00 di catalogo Sassone potrebbe invogliare ad un incauto acquisto. ATTENZIONE
Criscuolo
SOMALIA – VARIETÀ DI DENTELLATURA
Questa volta cercano di colpire la buona fede dei collezionisti delle Colonie Italiane e si inventano una varietà di dentellatura ancora non nota. Circola, e mi è stato dato per certificarne l’originalità, il francobollo che mostro della serie Pittorica da lire 1,25, in colore azzurro, che vorrebbero esistesse anche con dentellatura mista 12 x 14 -
Il francobollo reca al verso la sigla di Chiavarello all’altezza del difetto evidente anche al recto.
SOMALIA ITALIANA – 20 LIRE, PITTORICA, DEL 1935
Mi è stato mostrato da un Amico. L’ho bocciato. Mi è stato detto che il francobollo è già corredato di certificato, ma io, incurante, ho risposto di cestinarlo perché la riproduzione è grossolana e difficilmente può trarre in inganno l’occhio esperto. Non so chi e quando periziò il francobollo, ma posso soltanto aggiungere che il perito mastica poco di francobolli della Somalia. Il valore viene mostrato avanti – retro mentre successivamente viene mostrato il verso del francobollo originale.
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PONTIFICIO, 80 CENT.
Al solito mercatino domenicale, mi è stata mostrata come originale la coppia di francobolli del Pontificio. L’ho bocciata perché trattasi della ristampa dei francobolli ricavati dagli stereotipi originali del Pontificio che nel 1889 furono ceduti da Bonasi a Gelli e Tani di Bruxelles e che successivamente furono perforati. La coppia occupa precisamente le posizioni 17 e 18 del foglio di sessanta francobolli.
Mario Merone
DA KERKYRA AD ANCONA
Da un collezionista della mia città mi è stata mostrata la lettera inviata da Kerkyra, antica denominazione di Corfù, il 7.10.1943 per Ancona che allego. Sul supporto vi sono due valori dell’emissione generale, il 50 cent., violetto, e la 1,25 lire, azzurro nonché il valore da 50 cent. della posta aerea. Vi è la targhetta di Raccomandazione e manoscritto ” posta aerea Corfu – Brindisi”. Ho ritenuto l’insieme falso ed ho bocciata la lettera. Il doppio cerchio di Kerkyra infatti è del tipo zincografico. L’inchiostro del tipo moderno e le lettere con il datario hanno tutte diverse dimensioni. Mancano inoltre l’annullo di posta aerea e di transito di Brindisi e l’annullo di arrivo e di consegna di Ancona.
UNA FRODE… AUTENTICA !
Questa volta il nostro esperto Ing. M. MERONE ci propone non una frode finalizzata a fregare noi poveri collezionisti bensì l’ amministrazione postale, aggravata dal fatto che a perpetrarla fu, senza dubbio, un dipendente postale. Ma lascio la parola al nostro perito…
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