La Crocetta, corredata di certificato di autenticità anche se riparata, durante l’estate mi fu data in visione perché la certificassi. L’ho bocciata ed il collezionista ha fatto le sue rimostranze al venditore all’ultimo Convegno di Roma di fine Ottobre 2009. Vi posto, con la immagine della Crocetta e del certificato a corredo, anche il mio certificato negativo.
Sul francobollo riporto alcune note che permettono anche di posizionare ciascun francobollo nella tavola.
Con l’entrata di Garibaldi a Napoli, si richiese la riduzione dell’affrancatura delle stampe e dei giornali. Poiché non vi erano francobolli di valore inferiore al ½ grano, che corrispondeva a 2 cent., si ritenne di realizzare un francobollo da un centesimo che accontentasse la richiesta.
Per la brevità del tempo si pensò di utilizzare il foglio del ½ grano per ricavare il ½ tornese (Trinacria) corrispondente ad 1 cent. Essendo il foglio da ½ grano composto da 200 francobolli diviso in due parti da cento cadauno e separati da interspazio di gruppo, si pensò di utilizzare la parte sinistra del foglio per incidere la Trinacria con lo stemma borbonico. Poiché il decreto dittatoriale di Garibaldi del 9 settembre 1860 prevedeva che si sostituissero tutti gli emblemi borbonici con la croce di Savoia, si pensò di utilizzare anche la parte destra del foglio del ½ grano per realizzare la Crocetta cosidetta per la Croce Sabauda...
Per incidere le Trinacria bastò soltanto sostituire alla lettera ˝G˝ di Grano la lettera ˝ T ˝di Tornese. Il restante non mutò ad eccezione del colore che fu azzurro.
Per la incisione della Crocetta, invece, si sostituì allo stemma borbonico la Croce di Savoia. La prima operazione consistette nel raschiare lo stemma borbonico. La raschiatura quasi mai fu perfetta ed alcuni particolari si ritrovano su tutti i 100 emblemi borbonici. Successivamente l’incisione fu eseguita manualmente con delle punte di acciaio. Linee guida permisero di incidere i quattro cantoni della Croce. La fretta, gli errori di parallasse, la posizione spesso sbagliata delle linee guida permisero all’incisore, per ciascun emblema, di realizzare cantoni più o meno grandi, con un numero di linee verticali non sempre uguali per tutti i cantoni e per tutti gli emblemi. Infine alla ˝G˝ di grano si sostituì la lettera ˝ T ˝di Tornese. Si modificò anche il colore dal rosa chiaro all’azzurro. La varietà delle linee dei cantoni, la larghezza dei cantoni ed altri particolari consentono la catalogazione perfetta ed il giusto posizionamento di ciascuna Croce nel foglio di 100 della tavola.
Per tornare alla nostra Crocetta, la posizione dei cantoni e il numero di linee verticali mi hanno consentito di rilevare che essi sono del tutto inventati e la croce è completamente ridipinta al centro. Anche altri piccoli particolari delle lettere di contorno e le sfumature marginali (le battute della rulletta) nel caso in esame sono ridipinti.
Posso aggiungere infine che alle rimostranze del possessore verso il noto perito filatelico fu risposto che senz’altro era vero quanto asseriva il Perito Merone ma la Crocetta doveva intendersi per metà originale e per metà falsa.
Misteri della Filatelia! Non si è potuto conoscere la metà falsa dall’altra originale!
Mario Merone
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