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FEDE MONARCHICA A NAPOLI - di G. Lembo

Mi piace oggi proporre all’ attenzione degli amici un foglietto erinnofilo, raffigurante in 12 vignette uguali il volto del “re di maggio” Umberto II,  nel ricordo dell’ insuperato maestro principe Giovanni Chiavarello che me ne fece dono in una assolata mattina domenicale di molti anni fa quando, giovane collezionista appassionato di “Storia”  in generale e di “propagandistica politica e militare” in particolare, muovevo incerti passi nel variegato mondo del collezionismo.
Premetto, anche per sgombrare il campo da equivoci che potrebbero far nascere il sospetto di volere  spacciare per asso di briscola un due di spade, che non si tratta di documento di “storia postale” ma di testimonianza nell’ accezione più ampia di “Storia” dove  erinofili, vignette, chiudilettera, etc.   emessi per i più disparati motivi (avvenimenti, di beneficenza, di propaganda, etc) e utilizzati in modi diversi, non escluso quello fraudolento in luogo di valori postali, possono contribuire validamente a circostanziare un’ epoca testimoniando di aspetti a volte anche non altrimenti documentabili.
Se analizziamo dunque il foglietto senza paraocchi e soprattutto con mente sgombra da pregiudizi potremo renderci conto di quanti aspetti esso ci propone come testimonianze di un momento storico. “I francobolli parlano” insegna il mio nuovo maestro Ing. Mario Merone, e ovviamente per francobollo dobbiamo intendere qualsivoglia documento pur non tale per definizione come invece certamente lo è un trattato di pace. Ma noi sappiamo ascoltare ? Non sempre e non tutti.
Il foglietto è prodotto, come testimonia la scritta nel bordo superiore, dall’ Unione Monarchica Italiana un’ organizzazione nata il 1° ottobre 1945 (oggi attiva con recente congresso tenutosi nel novembre 2012) per supportare la forma esistente dello Stato mentre si presenta, specie nel nord della penisola,  una pressante richiesta di cambiamento istituzionale da monarchia a repubblica. La scritta in alto REGIE POSTE non credo possa interpretarsi come tentativo di spacciare per francobolli delle vignette private ma deve essere intesa come esplicito apporto pubblicitario alla parte  monarchica. Difatti in tutti i francobolli italiani dal 1861 non è mai riportato l’ attributo REGIE mentre è presente ITALIANE del tutto assente nelle vignette del nostro foglietto. La finalità dell’ emissione era difatti non la salvaguardia dell’ italianità bensì del REGNO e dunque della monarchia. Diversamente la produzione approssimativamente nello stesso periodo attuata dai  C.L.N. che utilizzano come supporto francobolli emessi da Stato sovrano o stampando vignette che riportano in moltissimi casi la dicitura “POSTE ITALIANE” per cui evidente un intento quanto meno equivoco. Il facciale poco aggiunge se non che il foglietto risulta per le 40 lirette complessive da sborsare non di infimo costo e dunque ipotizzabile il tentativo di recuperare risorse finanziarie ma non di certo spacciando chiudilettera per valori postali. Del resto si conoscono pochissimi esemplari usati su busta anche misti a francobolli ufficiali e regolarmente obliterati da uffici postali ma probabilmente trattasi di natura collezionistica o frode da parte di singoli e comunque di casi rarissimi per cui in nessun modo addebitabile a  una volontà fraudolenta dell’ emittente. Peraltro l’ alto  facciale di alcune vignette avrebbe imposto un uso esclusivamente su raccomandate o comunque usi tali da non potere passare il controllo postale in partenza.  Nel bordo in basso la scritta COMITATO DI NAPOLI ci dice che l’ iniziativa è adottata in questa città e non a Firenze dove nasce l’ U.M.I. o a Roma dove subito dopo pone base. E nel quadro degli avvenimenti del periodo in bilico tra differenti forme istituzionali dello Stato che occorre inquadrare il nostro foglietto come testimonianza nel travagliato periodo postbellico della persistente fede monarchica dei napoletani (oltre il 70% dei voti referendari il 2 giugno del 1946) e più genericamente del sud. 

Caratteristiche tecniche del foglietto
Della data di emissione nulla sappiamo ma presumibile l’ inizio del 1946 quando per la monarchia sabauda il trono si trovava sull’ orlo del precipizio e comunque innanzi il passaggio dei poteri sovrani ad Umberto come II della dinastia, mentre altrettanto ignoti risultano lo stampatore e la tiratura. E’ stato ipotizzato, senza alcuna prova né indizio, una data posteriore alla partenza di Umberto per l’ esilio e addirittura posteriore al 1946. Ma se così fosse perché la scritta “regie poste” e non “Umberto II” magari con l’ aggiunta “re d’ Italia” ?

Prodotto con metodo tipografico su carta patinata codronata spessa 0,09, sia gommata che non, il foglietto contiene al recto 12 esemplari dentellati 11 circa, o non dentellati, in 6 coppie di pari facciale in lire: 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 10.
La vignetta é in colore vermiglio o verde e in due differenti tipologie grafiche di cui nel 2° la scritta REGIE POSTE è parallela all’ ideale linea di riquadro del francobollo mentre la “L” di Lire e il valore sono sulla linea ideale. Al contrario nel 1° tipo la scritta risulta disallineata perché inclinata verso l’ alto o il basso  mente  il valore facciale è spostato in basso. Differente ache il tratteggio dell' orecchio.

La propensione monarchica a Napoli si protrae ben oltre il referendum come dimostra l’ estratto di testimonianze documentali che vi propongo e probabilmente non si è ancora del tutto esaurita. Del resto occorre tenere presente, come è stato autorevolmente detto, che il nord impose ai napoletani, “borbonici” nel 1860, la dinastia Savoia e, monarchici nel 1946, la repubblica.
 
 

TESSERA
Maggio 1946
ALLEANZA MONARCHICA 
del SUD


TESSERA 1949
da Giugno 1946
diventa 
PARTITO NAZIONALE 
MONARCHICO


TESSERA
Aprile 1959
ad indicare la componente popolare
PARTITO DEMOCRATICO ITALIANO
 


 
 
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