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SCANSIONI OPINABILI

La scansione, ovvero il processo di digitalizzazione che trasforma per mezzo di uno speciale analizzatore ottico (scanner) l’ immagine letta in segnali digitali trasferendo i dati da un documento cartaceo a uno informatico, è un metodo sempre più utilizzato nell’ ambito del collezionismo vuoi per una indubbia velocità della trasmissione a terzi vuoi per una supposta fedeltà della riproduzione. Sulla validità di tale metodologia emblematico il caso proposto dal socio Rino Varricchio  che, avendo casualmente reperito usato su cartolina un francobollo Deledda L. 50 del 1971 (Sassone n. 1158) il cui fondo alla visione diretta con lente a 8 ingrandimenti e al microscopio a 40 ingrandimenti nonché a una scansione 400% - 600 dp appare verde invece che arancione,  ha inviato via telematica la scansione ottenuta a un noto perito specialista di varietà per un’ opinione in merito. L’ esperto in questione ha ritenuto trattarsi di trucco chimico effettuato antecedentemente l’ affrancatura perchè “ad un’ analisi basata sulla sua scansione, (ma che comunque avremmo realizzato anche noi a partire da una scansione ad alta risoluzione) il passaggio di colore arancione è ancora visibile (ovviamente di molto attenuato, praticamente in color crema chiarissimo), segno che il colore è stato rimosso: non ne sarebbe traccia alcuna se il colore non fosse stato stampato. Le allego un’ immagine con l’ accentuazione di detto colore, per illustrarle il tutto”. Orbene vero è che dall’ allegata immagine con accentuazione prodotta appaiono sul fondo visibili tracce di un colore estraneo al verde che potrebbe identificarsi con l’ arancione però tracce identiche appaiono anche sul bordo del francobollo e persino sul supporto dove di certo non possono essere presenti. Che tali tracce siano il risultato della accentuazione prodotta con le funzioni di cui dispongono programmi come photoshopo e simili ? Dubbio legittimo anche perché il francobollo in questione, che appare con integra e normale fluorescenza alla luce di wood, è conosciuto con fondo verde  seppure allo stato di “prova di conio” privo del valore facciale e della dentellatura (asta Ghiglione n. 62 lotto 3935). In ogni caso molteplici  tentativi di scansioni differenziate per diversificazioni parametriche non hanno prodotto lo stesso risultato ottenuto dal perito per cui il nostro socio ha chiesto delucidazioni alla Canon, ditta costruttrice dello strumento utilizzato, che sulle scansioni in riferimento alla riproduzione di colori ha documentato, con una disamina tecnica che non riportiamo per non tediare il lettore, l’ insufficienza di questa metodologia ai fini di una seria indagine dal momento che ogni dispositivo (monitor, scanner, stampante, etc), per quanto perfetto e tecnologicamente avanzato, non è in grado, per caratteristiche costruttive, di riprodurre tutti i possibili colori. Molteplici variabili entrano in gioco quale la tipologia del dispositivo utilizzato, la calibrazione di colore effettuata, la tipologia del monitor che  sua volta è influenzato da vari fattori anche esterni (ad es. la luce ambientale) per cui in definitiva è impossibile costruire un sistema calibrato in modo statico che possa fornire risultati univoci.

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