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Voci in soffitta

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INTERNATI CIVILI DI GUERRA è l’ argomento su cui chiede notizie il socio Rino FORLONI che ci sottopone una cartolina affrancata con un espresso da L. 1,25 inviata da Penna S. Andrea (TE) il 19.01.42 e diretta a Genova

Internati civili di guerra La cartolina per “internati civili di guerra” godeva, come riportato nel riquadro in alto a destra, di franchigia per l’ inoltro a mezzo posta ordinaria mentre i servizi accessori (espresso, raccomandata, fermo posta, etc.) erano soggetti alle vigenti tariffe.

Per l’ argomento in generale prendiamo in prestito dal saggio di C.S. Capogreco (In: Storia Contemporanea Anno XII, Agosto 1991 – Il Mulino Editore) che scrive: “Tutte la nazioni, in tempo di guerra controllano i cittadini dei paesi nemici presenti sul proprio territorio e, talvolta, anche determinate categorie dei propri (avversari politici, sospetti di spionaggio, ecc.), attraverso la pratica dell’ internamento civile che, pur non essendo regolata da particolari accordi internazionali, si attiene generalmente, alla convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, siglata a Ginevra nel 1929….Alla vigilia dell’ entrata in guerra dell’ Italia in una circolare telegrafica inviata alle prefetture il 1 Giugno 1940, il ministero dell’ Interno sintetizzò e ribadì tutte le norme predisposte negli anni precedenti assieme al Ministero della Guerra. Appena dichiarato lo stato di guerra si leggeva, tra l’ altro, nella circolare dovranno essere arrestate e tradotte in carcere le persone pericolose sia italiane che straniere di qualsiasi razza, capaci di turbare l’ ordine pubblico e commettere sabotaggi o attentati, nonché le persone italiane o straniere segnalate dai centri di controspionaggio per l’ immediato arresto…. L’ Abbruzzo – Molise e le Marche, regioni particolarmente montagnose e con disagevoli vie di comunicazioni, ospitavano sul proprio territorio quasi la metà dei campi….. e località di “internamento libero”  

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